Fare cultura sulla disabilità e sulla diversità purtroppo è ancora necessario, a tutti i livelli e in tutti gli ambienti, dalla famiglia alla scuola, dai rapporti interpersonali a quelli professionali.
Se hai una disabilità, lo stereotipo vuole che tu sia intelligente, simpatico, buono, sensibile. Vi svelo un segreto: le persone con disabilità possono essere anche antipatiche, con doppia faccia, non intelligenti. Ma lo stereotipo tranquillizza, si può gestire. Se però la persona con disabilità esce dai suoi confini ed è esattamente come te, allora non la gestisci più.
I mezzi di comunicazione hanno una grande responsabilità nel creare modelli spesso irraggiungibili, è quindi fondamentale sostituire questo tipo di cultura con una di più ampio respiro che non chiuda in una gabbia e lasci ognuno libero di essere quello che è. È Fondamentale contrastare la diffusione di certi stereotipi partendo dall’abbattimento del tabù più frequente e insidioso: quello sulla sessualità e disabilità, informando e sensibilizzando le persone con leggerezza e ironia, affinché questo tema entri nel flusso delle cose e non ci sia più bisogno di fare seminari, convegni, film o mostre dedicati all’argomento. Che si passi dall’ “ancora” al “non più”.
Sensuability è un progetto, ideato nel 2016 da Armanda Salvucci e promosso dall’associazione di promozione sociale Nessunotocchimario. Affronta con ironia e leggerezza il tema “sessualità e disabilità” ancora oscurato da tabù, stereotipi e imbarazzi, attraverso tutti i linguaggi artistici come il cinema, la fotografia, la pittura, la musica, il fumetto. Siamo stati a lungo e siamo tuttora schiavi di una concezione della sessualità intesa come genitalità, fondata sul principio della penetrazione e quindi della prestazione. I danni di questa concezione genitale della sessualità hanno sempre reso disabili anche le persone cosiddette normali, soprattutto le donne.
Per questo il nostro slogan è: la prima volta siamo tutti disabili.